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Proseguiamo le interviste sugli effetti del Covid19 sui consumi sanitari in Trentino e a livello nazionale.

Il Dott. Nicola Paoli è Medico di Medicina Generale in Trento.

Una delle aree in cui intervengono i rimborsi Sanifonds è quella delle “gravi malattie”. Nei primi 6 mesi del 2020 registriamo una riduzione delle richieste superiore al 70% rispetto allo stesso periodo del 2019, che fa il paio con il -30% delle richieste per visite specialistiche. Il dato sembra confermare il rischio – evidenziato anche a livello nazionale – che lo slittamento delle agende causa lock down possa determinare ritardi nelle diagnosi. Qual è la sua chiave di lettura?

Mi ritrovo dal punto di vista numerico, sinceramente pensavo che il dato fosse ancor peggiore. Nel periodo di lock down totale, da un lato i cittadini non potevano uscire di casa ma dall’altro sono state chiuse tutte le agende ambulatoriali, tenendo in piedi solo le urgenze. Anche perché in quel periodo si sono sommati due problemi: il sovraccarico delle strutture ospedaliere e la difficoltà iniziale a reperire tutti i dispositivi di sicurezza.

I nostri dati indicano che il dato cambia per tipologia di specialità:  la riduzione di accessi agli ambulatori è  elevatissima in quelle aree come la dermatologia, meno marcato ad esempio per cardiologia. C’è un diverso atteggiamento dei cittadini legato ad una propria soggettiva “percezione di urgenza”?

Certamente, anche se dovremmo riflettere sul fatto che proprio alcune tra le specialità con cali maggiori sono quelle nelle quali possiamo potremmo più efficacemente impiegare la telemedicina: penso proprio ad esempio ad una prima visita dermatologica. Purtroppo non per tutte le specialità succede la stessa cosa: l’otorino che deve avvicinare il viso alla bocca del paziente e utilizzare apposita strumentazione chiaramente non può fare telemedicina.

E per i medici di famiglia che impatto ha avuto l’emergenza covid19? Che cambiamenti sta vivendo la vostra professione?

Per i medici di famiglia sta cambiando tutto.

Già con il decreto ministeriale dello scorso aprile si spingeva sulla telemedicina, incentivando il collegamento in video chiamata tramite PC con i pazienti a domicilio.

Il problema è che questo sistema richiede tempo per diventare efficiente, tanto più con una popolazione come la nostra con forte incidenza di anziani. A questo aggiungete che il fondamento del rapporto tra medico di base e paziente è la fiducia, collegata alla profonda conoscenza della sua storia personale e clinica: questo tipo di rapporto è molto più difficile da alimentare “a distanza”. Questo aspetto mi preoccupa molto: in questo sistema, non ci sarà  più posto per il medico di famiglia come lo abbiamo concepito nel 1978.

Parliamo adesso di prevenzione e monitoraggio del contagio. Sanifonds ha previsto per l’intero 2020 il rimborso dei test sierologici, che in Trentino sono svolti anche dai medici di medicina generale. Ci aiuti a fare chiarezza sulla “cassetta degli attrezzi” per l’individuazione del virus?

Prima un punto fermo: ad oggi il metodo per valutare con certezza la presenza del virus è sempre il tampone molecolare, che viene programmato e gestito dall’Azienda Sanitaria.

Poiché però esso ha costi e tempi elevati, le Regioni si stanno attrezzando per i test rapidi, che sono un primo “cancello di valutazione”, perché in tempi velocissimi individuano i soggetti da sottoporre al successivo tampone molecolare.

A questa famiglia di “test rapidi” appartengono sia i test sierologici, che ricercano gli anticorpi  sia i più recenti tamponi rapidi antigenici, che individuano le proteine del virus e costituiscono quindi un eccellente strumento per individuare in tempi rapidissimi (entro 30 minuti) i soggetti da sottoporre al successivo tampone molecolare.

E in questo scenario quale è il ruolo dei medici di base?

La medicina di base trentina è all’avanguardia in questo processo: già a luglio avevamo firmato l’accordo con PAT e Azienda Sanitaria per poter direttamente effettuare  anche noi i test sierologici. Adesso i medici di base effettueranno anche i tamponi rapidi.

La medicina di base diviene a tutti gli effetti la “prima linea di difesa” contro il virus, con l’obiettivo di “scremare” i cittadini effettivamente da destinare al tampone molecolare.    Questo, con i numeri che ritornano a crescere, diventa un elemento fondamentale per evitare il sovraccarico del sistema sanitario provinciale. Pensiamo ad esempio al loro ruolo nelle campagne sistematiche di screening per il personale scolastico.

Sanifonds ha previsto un budget per spese socio-sanitarie – quali infermiere a domicilio e psicologo – sostenute da pazienti covid19 dopo le dimissioni ospedaliere. Questo perché il recupero del paziente può essere complesso. In realtà però osserviamo una La percentuale di richieste dei nostri iscritti molto bassa. Qual è il suo punto di vista?

Attenzione:  il post covid per il paziente può essere molto complicato e difficile da superare.

Prendiamo il polmone: le persone intubate che vanno in terapia intensiva o sub-intensiva quando rientrano a casa passano  2 o 3 mesi con la bombola di ossigeno e devono fare sedute di riabilitazione respiratoria. Noi abbiamo alcuni medici che sono stati in terapia intensiva e che a tutt’oggi non sono in grado di rientrare al lavoro perché sono in dispnea continua.

Ma oltre all’insufficienza respiratoria possono esserci anche altri apparati coinvolti: ci sono patologie che colpiscono i vasi sanguini e quindi registriamo infarti, ictus, miocarditi e trombosi venose molto importanti. Per cui oltre alle terapie è cresciuto il bisogno di calze elastiche.  Tra le scoperte più recenti ci sono le encefaliti: si sono registrati in queste persone vanno incontro a questo tipo di patologie: ad esempio con mancanza di memoria, non ricordano più le cose, vere e proprie amnesie sempre più frequenti.

 

Scopri il punto di vista della professoressa Marianna Cavazza dell'OCPS Bocconi nell'intervista Gli effetti del Covid19 sui consumi sanitari: l'intervista a Marianna Cavazza dell'OCPS Bocconi

 

Dott. Nicola Paoli

Medico Medicina Generale. Segretario Generale della CISL Medici del Trentino